Il Diario di tunia

Per vigneti il più ecocompatibili possibile

10 maggio 2012

Tunia, per una nostra precisa convinzione, è stata fin da subito gestita in maniera biologica  e, comunque, si è cercato di ridurre al massimo l”impatto ambientale del nostro lavoro. Sono nati i biglietti da visita in carta FSC, i laccetti in cellulosa per legare le viti, l’adesione al progetto di recupero dei tappi di sughero.

È proprio per questo che negli ultimi giorni è nata la collaborazione tra Tunia e Ruggero Mazzilli della Stazione Sperimentale per la Viticoltura Sostenibile.
È vero che finora abbiamo comunque utilizzato solo prodotti a base di rame e zolfo, ma è vero anche che questi due elementi hanno degli effetti collaterali.

Il rame ha un grosso impatto ambientale: essendo un metallo pesante si accumula nel terreno, portando così ad una diminuzione  di tutta l’attività biologica del suolo.

Lo zolfo ha invece un effetto tossico sugli tutti gli insetti, anche su quelli utili presenti in vigna, e può anche interferire con la fermentazione del mosto.

Per tutti questi motivi – e anche perché molti dei prodotti utilizzabili in agricoltura biologica contengono additivi di sintesi (cosa che ci sembra un po’ contraddittoria) – abbiamo deciso di ridurre al minimo i trattamenti e, per quelli necessari, utilizzare sostanze il più ecocompatibili possibile.

Per fare questo però, è necessario creare un “ambiente vigneto” più sano, che sia in grado di reagire meglio agli attacchi degli organismi dannosi. E’ un po’ come, per noi, farci trovare debilitati o bene in salute all’arrivo dell’influenza: nel primo caso passeremo probabilmente diversi giorni a letto; nel secondo, magari, ce la possiamo cavare con un semplice raffreddore o addirittura con niente.

È in questo processo di “irrobustimento” che ci aiuterà lo staff della SPEVIS, che condivide con noi l’idea di un’agricoltura più consapevole e di conseguenza meno velenosa per tutti.

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