Il Diario di tunia

Il vestito

12 settembre 2011

Un ringraziamento ad Anomie (andate a trovarle su www.anomie.it) per l’ottimo lavoro svolto, soprattutto a Silvia per la pazienza e per aver saputo leggerci nel pensiero in un momento in cui di idee chiare ce n’erano poche!
Di cosa stiamo parlando?
Del “vestito” del vino: le etichette, i tappi, le capsule.
Non è stato facile: c’era da mettere insieme visioni e sensazioni, sicuramente complementari ma certamente molto diverse.
Chiara e Francesca – più “bucoliche” – cercavano naturalità, Andrea – l’uomo della tecnologia – voleva qualcosa di minimale e asciutto…risultati? Oscillavamo tra un effetto agreste/pastorale tipo “carro con buoi e cipresso sullo sfondo” e qualcosa di totalmente impersonale come un’etichetta “total black” con logo lucido!
Fortuna che siamo stati riportati a più miti consigli, ed il risultato è stato questo:

Andiamo parecchio fieri di quella “linguettina” nella retro-etichetta che si può staccare e conservare per ricordarsi il nome di quella cantina di cui avevo bevuto quel vino tanto buono…  L’idea, insomma, è di semplificare la vita a quella brava persona che vuole memorizzare il nostro nome!
Lo spunto è arrivato dalla Sardegna con il vento di libeccio (a proposito: un abbraccio a Marilena che tra l’altro è anche la nostra consulente ufficiale per i tappi!), ma pare che l’etichetta con porzione staccabile sia molto usata dalle aziende vinicole del Sud Africa, se ne avvistate qualcuna fatecelo sapere.
Ad ogni vestito che si rispetti devono essere abbinati degli accessori, ed ecco il tappo e la capsula:

Così come per noi non si poteva prescindere da un prodotto di qualità, allo stesso modo siamo convinti che un bel corpo con un vestito scadente non venga valorizzato.
È per questo che abbiamo accettato di impiegare molto tempo e molte energie nella scelta dell’aspetto da dare ai nostri vini, certi che questo potesse contribuire a trasmettere i nostri valori.
Tutti i prodotti saranno vestiti in modo molto simile, cambieremo solo dei dettagli qua e là.
Comunque per ora ce l’abbiamo fatta! Ed ecco qui al nostra creatura!

L’inizio, visto da Francesca

1 settembre 2011

Di solito quando ci viene in mente di ricominciare tutto da capo, la quotidianità, gli amici e i parenti ci fanno tornare con i piedi per terra.
Credo di dovermi trovare altri amici e parenti, perché quelli che ho mi hanno assecondata un po’ troppo…
Infatti non solo non hanno cercato di farmi cambiare idea, ma si sono messi in società con me in questo salto nel buio.
Sto parlando della mia amica Chiara e di mio fratello Andrea i quali, quando li ho portati a vedere il “meraviglioso” vigneto che volevo acquistare (12 ettari di vigneto molto vecchio ma soprattutto quasi abbandonato, più altri 3 di vigneto giovane, ma altrettanto abbandonato), invece di riportarmi a casa e misurarmi la temperatura, mi hanno proposto di acquistare anche il “pregevole” rudere che sarebbe potuto diventare la nostra sede aziendale.

A quel punto che potevo fare? Tirarmi indietro non è nel mio carattere, allora mi sono rimboccata le maniche e ho iniziato ad occuparmi del vigneto. Sono iniziate così le sistemazioni del terreno, dei pali e dei fili di supporto alle piante; gli impianti di nuove barbatelle (le piccole viti) laddove mancavano; le concimazioni e le potature fatti con l’obiettivo di riportare in equilibrio le piante.
Anche se non sono ancora nella loro condizione ottimale, sto avendo grandi soddisfazioni dai nostri vigneti grati, secondo me, del fatto che qualcuno si stia finalmente prendendo cura di loro.